E' verità universalmente riconosciuta che una fan di Jane Austen desideri diventare come un'eroina dei suoi romanzi!

lunedì 25 febbraio 2013

La stella di luna - Ep. 4: Il cerchio delle fate

Episodi precedenti:

Episodio 4. Il cerchio delle fate

Da: ginevra.baroni@yahoo.it
A: allegra.merini@virgilio.it
Oggetto: una scoperta voluta dal fato (o dalle fate!)

Carissima Allegra,

finalmente ho un attimo di tempo per raccontarti della gita alla penisola di Howt! Si tratta di un piccolo, grazioso villaggio di pescatori non troppo lontano dal centro di Dublino (con il treno ci abbiamo messo solo mezz'ora a raggiungerlo!). Un luogo incantevole, magico e adatto per sognare ad occhi aperti dove ho passato delle ore piacevoli in compagnia dei miei amici irlandesi... anche se una fugace nuvola (e non mi riferisco al mutevole cielo irlandese) ha brevemente guastato quel momento felice... ma andiamo per ordine.


Foto di Vele Ivy


Appena giunti alla stazione siamo andati al porticciolo ad ammirare da lontano una piccola isoletta chiamata Ireland's Eye, poi ci siamo diretti verso il Castello di Howt - tu sai quanto impazzisco per gli antichi castelli! - e, dopo aver fatto una piccola sosta per fare merenda, ci siamo avviati su un sentiero per raggiungere il promontorio roccioso! Credimi, Allegra, pochi luoghi al mondo sono più suggestivi di quello: tra il blu dell'oceano che si scorgeva da lontano, il verde tipico dell'Eire e le macchie gialle e porpora dei fiori... mi pareva di essere stata trasportata magicamente in un'altra dimensione, una dimensione incantata! A quel punto, prima di proseguire, ho pregato i ragazzi di fare una piccola deviazione verso un boschetto poco distante perché ero curiosa di trovare un certo menhir di cui avevo letto notizia su una guida turistica... i miei amici hanno accolto con entusiasmo la mia proposta (tutti tranne il solito Domhnall, accigliato e guastafeste come di consueto - inizio a credere che lui non cambi mai espressione... perché poi teme che se sorridesse nessuno lo riconoscerebbe!) e così ci siamo avventurati.
Dopo un po' che stavamo cercando da quelle parti e iniziavo a dubitare dell'effettiva esistenza del menhir, all'improvviso mi sono imbattuta in qualcos'altro, in qualcosa di assolutamente inaspettato: un cerchio fatto di funghi! Ossia un cerchio delle fate secondo la tradizione irlandese! Sono rimasta imbambolata ad osservarlo per qualche minuto, poi con voce tramante per l'emozione ho chiamato gli altri e Gregg appena l'ha visto ha fatto una grande esclamazione di stupore dicendo: "E' un cerchio formato dai funghi bianchi Marasmius Oreades!" e con il tipico entusiasmo proprio dello studente di botanica ha iniziato a darci delle delucidazioni in materia, io mi sentivo così frastornata per la scoperta appena fatta che a malapena riuscivo a capire i complimenti che Carolyn e Gregg, al settimo cielo, mi stavano facendo. Dopo i primi momenti di confusione, Carolyn mi ha pregato di mettermi in posa all'interno del cerchio per permettere al suo fidanzato di scattarmi qualche foto celebrativa e in seguito lei stessa è entrata nel cerchio di funghi per farsi immortalare in un vero e proprio servizio fotografico in quelle che secondo lei erano indubbiamente "pose da fata"!


Foto di Ailera Stone


Credevo che nulla potesse guastare quel momento felice: mi stavo godendo l'ebbrezza di quella insolita scoperta e trovavo divertente vedere Carolyn assumere buffe espressioni per l'obiettivo di Gregg; ad un certo punto, mi sono voltata notando che Domhnall e Agata erano in disparte, prima di riuscire a chiedermi il perché della loro poca partecipazione all'euforia generale, ho notato subito che Domhnall era più contrariato del solito e a voce bassa ma perfettamente udibile ha sussurrato ad Agata questa frase in gaelico "E' troppo curiosa e troppo fortunata".
Per concludere la nostra gita siamo arrivati fino al Baily Lighthouse: un meraviglioso faro - tu sai quanto adoro i fari! - a strapiombo sull'oceano e lì Carolyn ha intravisto una foca, che ci ha indicato, e non smetteva di battere le mani per l'eccitazione.


Foto di Vele Ivy


Ma ahimé, il mio entusiasmo a quel punto si era alquanto affievolito. Infatti, poco dopo, sulla via del ritorno, mi sono seduta in treno un po' in disparte, incapace di pensare ad altro che non fosse quanto accaduto sull'altura dopo la scoperta del cerchio delle fate. Perché Domhnall ha fatto quel commento così velenoso su di me? So di essergli indigesta (anche se non capisco che cosa gli ho fatto per meritare tanta malcelata ostilità), ma dire una cosa così spiacevole non ha senso... e inoltre mi fa male pensare che lui l'abbia detta appositamente in gaelico con l'intenzione di non farsi capire da me. Ahhhh, quanto mi arrabbio se ci ripenso! Ti giuro, in quel momento ho avuto quasi l'intenzione di andare da lui e sbattergli in faccia la verità e dirgli in gaelico queste testuali parole: "Caro Domhnall, ho fatto ben tre corsi di gaelico all'università - base, intermedio e avanzato - e inoltre ho conversato un mucchio di volte su Skype con persone madrelingua!" (tra l'altro, è merito del tuo incoraggiamento se, in barba a chi mi diceva che stavo perdendo tempo, alla fine ho seguito quei corsi di gaelico e non smetterò mai di ringraziarti per aver creduto in me!); t'immagini che schiaffo morale sarebbe stato per lui se gli avessi detto queste cose in gaelico? Sfortunatamente ero così mortificata in quel frangente che mi sono quasi completamente ammutolita...

Guarda, ormai sono giorni e giorni che non faccio altro che pensare a questa storia! Non riesco proprio a comprendere l'atteggiamento che ha Domhnall nei miei confronti. Da un po', da quando siamo stati ad Howt, con la scusa di fare ricerche vado in biblioteca e tra un volume e l'altro lo tengo d'occhio e cerco di studiarlo! Ma quel ragazzo è più enigmatico della Sfinge... e sembra che provi quasi un oscuro piacere ad ostentare la sua totale mancanza di interesse per me!

Per ora ti mando un abbraccio, sperando che le mie prossime mail siano meno amareggiate di questa...

Ginny


Racconto a puntate ideato e scritto da Silvia e Vele Ivy

Nota delle autrici: i commenti più belli verranno pubblicati nell'ebook che creeremo per raccogliere tutta la storia!

And the Oscar goes to... 2013



Poche ore fa sono stati consegnati gli Oscar, nel corso di una serata caratterizzata da sorprese, scivoloni e la "presenza" della First Lady! Sì, perché è stata nientemeno che Michelle Obama, in diretta dalla Casa Bianca, ad annunciare il nome del miglior film: Argo di Ben Affleck! Pellicola che ha avuto la meglio sul favorito Lincoln. L'Oscar per il miglior regista se l'è aggiudicato Ang Lee per Vita di Pi. Daniel Day-Lewis, come da pronostico, ha vinto il suo terzo Oscar come miglior attore protagonista (nessuno nella storia dell'Academy ha vinto tre statuette come miglior attore protagonista) per Lincoln. Jennifer Lawrence si conferma la giovane attrice più talentuosa della sua generazione vincendo a soli 22 anni l'Oscar come migliore attrice protagonista per Il lato positivo; peccato che al momento di ricevere la statuetta la povera Jennifer sia scivolata... un po' per l'emozione, un po' per il vestito, un po' per le scarpe altissime... ma almeno a soccorrerla c'era Jean Dujardin!!! Christoph Waltz vince il suo secondo Oscar come miglior attore non protagonista per Django Unchained, film che fa guadagnare a Quentin Tarantino la sua seconda statuetta per la migliore sceneggiatura originale. Anne Hathaway ha vinto l'Oscar come migliore attrice non protagonista per Les Misérables. Miglior film straniero è Amour di Haneke. A Dario Marianelli sfugge il secondo Oscar per la (splendida) colonna sonora di Anna Karenina che va a Vita di Pi, ma almeno il (meraviglioso) film di Joe Wright riesce a ottenere l'Oscar per i migliori costumi che va meritatamente a Jacqueline Durran! L'Oscar per la miglior canzone originale è Skyfall di Adele. Miglior film d'animazione è Ribelle- The Brave.

Ecco le foto più belle della serata...




Ben Affleck trionfa con Argo




Daniel Day-Lewis e il suo terzo Oscar






La gioia di Jennifer Lawrence




Nonostante lo scivolone...










... è lei la più elegante della serata: il suo abito è favoloso!!!




Lo straordinario Christoph Waltz: secondo Oscar come attore non protagonista meritatissimo!




Anne Hathaway






Ang Lee: miglior regista per Vita di Pi




Quentin Tarantino: genio della sceneggiatura!




Adele




La costumista Jacqueline Durran: lo dicevo che meritava di vincere l'Oscar solo per quel DELIZIOSO cappellino rosa!!!




I pittoreschi registi di Ribelle- The Brave: Mark Andrews e Brenda Chapman...

venerdì 22 febbraio 2013

Anna Karenina: su questo palcoscenico che chiamano vita



Dal celebre romanzo di Tolstoj, la tragica parabola di Anna, sposa senza amore di un alto funzionario dello Zar gelido e senza emozioni, che s'illude di poter trovare l'amore e la felicità tra le braccia del superficiale giovane conte Vronskij... illusione d'amore che la porterà alla rovina, gettandola in un oscuro baratro di sofferenza e quasi follia.

Dopo una parentesi in cui ha girato due film "contemporanei", Joe Wright con Anna Karenina torna al film in costume: genere cinematografico che gli ha dato fama e gloria, dove riesce ad esprimere al meglio il suo talento. Stavolta si confronta con l'eroina tragica di Tolstoj e la sua disperata ricerca della felicità che inevitabilmente culmina con la sua drammatica morte. Più volte raccontato sullo schermo, il destino di Anna è il destino di una donna intrappolata suo malgrado in una prigione dorata dalla quale desidera fuggire: costretta a sposare un uomo senza amarlo spera di avere una seconda possibilità quando incontra Vronskij, ma in una società basata sull'apparenza, sulla finzione, sulla recita di un copione imposto dalle regole... il vero amore è quasi impossibile o perlomeno deriso, come avviene nel caso del delicato, puro amore di Levin per Kitty - anche quest'ultima inizialmente abbagliata da un sentimento di plastica.
Anna Karenina può sembrare di primo acchito un personaggio controverso e addirittura negativo, ma la realtà è che Anna è vittima della sua società e delle sue regole che permettevano e perdonavano tutto agli uomini: cosa che non accedeva nel caso delle donne, le quali se commettevano un errore venivano additate, emarginate e scacciate; il punto è che se Anna avesse potuto scegliere il suo destino autonomamente fin dall'inizio non avrebbe sposato un uomo senza amore e l'infelicità di tale unione non l'avrebbe portata a compiere quelle scelte che in seguito decreteranno la sua rovina. Tolstoj attraverso Anna voleva lanciare un monito alle donne della sua epoca a non cadere in tentazione per non fare la sua stessa tragica fine... ma il suo punto di vista maschile non faceva altro che avvalorare le fondamenta di una società ipocrita e sbagliata. Anna diventa così lo scandalo di una società ipocrita e bigotta solo perché non teme di esporsi alla luce del sole e di rivendicare il suo diritto all'amore e alla felicità. Questo destino senza via d'uscita rende il personaggio della Karenina una figura drammatica e senza speranze... che forse solo nella morte trova quella pace e serenità che non riesce a trovare in vita.

Il film è davvero particolare, originale, pieno di inventiva! Gli esterni sono pochi (spesso ispirati a famosi quadri dell'Ottocento), tutto si svolge all'interno di un vecchio teatro che diventa il simbolo della finzione della società russa dove tutti erano quasi attori intenti a recitare ognuno il suo ruolo; attraverso questo espediente Wright ci fa entrare all'interno del meccanismo di un mondo inevitabilmente destinato a finire... ma che riteneva di poter continuare così com'era all'infinito. In qualche modo, Anna e Levin sono le due facce della stessa medaglia, due personaggi che, seppur in  maniera diversa, si dibattono per scacciare via la maschera che li imprigiona e rivendicare il diritto di essere se stessi: se la società russa è un enorme palcoscenico loro non vogliono fare parte della recita, ma vogliono inseguire la via dell'autenticità che per forza di cose comporta l'allontanarsi dal palcoscenico come reietta (Anna) o per libera scelta (Levin).
Ho molto apprezzato la sceneggiatura di Tom Stoppard che ha il pregio di sistemare uno dei limiti che a mio avviso ha il romanzo: lamento sempre che la storia di Anna e Vronskij viene raccontata in maniera troppo frammentaria e che si fatica a seguire l'evoluzione della loro relazione (considerando che la narrazione si alterna con parti dedicate a Levin, che paradossalmente sono descritte in maniera più lineare), cosa che ho riscontrato in tutti gli altri film tratti dal libro, mentre invece in questa versione il tutto è raccontato meglio e soprattutto viene messo in evidenza come sia Vronskij a seguire come un'ombra Anna dappertutto fino a spingerla a cedere ai suoi sentimenti per lui.
Una delle cose che più mi ha affascinata del film è che, soprattutto nella prima parte, sembra di assistere ad un balletto! Sì, perché ogni movimento, ogni passo, ogni gesto dei personaggi sembra essere dettato da una coreografia studiata nei minimi particolari... una danza senza musica che crea un'armonia magica! Un balletto, quasi un musical (la poetica del film è stata spesso paragonata al cinema di Baz Luhrmann) accompagnato dalla splendida colonna sonora di Dario Marianelli che sa rendere il film uno spettacolo musicale senza canzoni, ma non per questo meno magico e visionario! Anima visionaria messa in atto grazie all'evidente ambientazione teatrale che non nasconde niente: né la scenografia che viene cambiata, né i tecnici che lavorano dietro le quinte e muovono i fili, né il fatto che gli attori passano da una scena all'altra semplicemente entrando in un'altra stanza che di volta in volta diventa una sala da ballo, una pista di pattinaggio, l'ippodromo per la corsa dei cavalli. E' tutto molto curioso e funziona bene, perché il cinema è soprattutto questo: sognare, inventare, usare la fantasia, aguzzare l'ingegno! I costumi di Jacqueline Durran sono spettacolari! Il cast è ben assortito e convincente, in cui spicca una Keira Knightley mai così bella ed elegante.

Anna Karenina di Joe Wright è un film originale e particolare che può essere amato o risultare troppo artefatto, ma è una festa per gli occhi, pieno di colori e di magia! Un film a cui deve essere riconosciuto il coraggio che ha avuto nel rompere gli schemi e nel trovare la sua vera natura... anche se ciò significa rischiare di non essere capito o di risultare stravagante, perché percorrere la via del period drama classico sarebbe stata più facile... ma trovare la propria identità, senza paura di essere diversi, è la cosa più importante di tutte... un po' come ha fatto Anna.

Voto: 9

giovedì 21 febbraio 2013

I tanti volti di Anna K.

Finalmente sbarca nelle sale italiane la nuova versione di Anna Karenina diretta da Joe Wright con Keira Knightley protagonista! Ma il romanzo di Tolstoj è stato portato sul grande schermo diverse volte... scopriamo i volti delle Karenine più celebri del cinema!

Greta Garbo

Ha interpretato Anna Karenina in due film: uno muto nel 1927 e uno sonoro nel 1935














Vivien Leigh

Ha interpretato Anna Karenina nel film del 1948












Sophie Marceau

Ha interpretato Anna Karenina nel film del 1997










Keira Knightley

Protagonista dell'ultima versione diretta da Joe Wright













lunedì 18 febbraio 2013

La stella di luna - Ep. 3: Gente di Dublino

Episodi precedenti:

Episodio 3. Gente di Dublino

Da: ginevra.baroni@yahoo.it 
A: allegra.merini@virgilio.it 
Oggetto: La prima serata a Dublino!!

Carissima Allegra,

ieri ho trascorso la mia prima serata dublinese!
All'aeroporto mi ha accolta una compagna del gruppo di studio: Carolyn Bansh, una biondina rotondetta e sorridente, con il viso cosparso di lentiggini. C'era con lei anche  il fidanzato Gregg Brown, che è alto e magro e con un'enorme chioma di ricci rossi! A quanto ho capito lui studia botanica, sta facendo il dottorato di ricerca. Dopo avermi aiutata a posare tutto nel mio appartamento dublinese mi hanno portata direttamente nel loro pub preferito, perché hanno detto che quella sera si doveva festeggiare!



Temple bar, foto di Vele Ivy


Abbiamo così fatto il nostro ingresso in Temple Bar, il quartiere dei pub di Dublino! Credimi che l'impatto è stato shoccante... come ci ho messo piede, ho sentito un fortissimo STENG!! Era il rumore della testa di un ubriaco contro un idrante, durante la sua caduta! Il tipo è rimasto steso immobile, e a me sono venute le lacrime agli occhi perché pensavo che fosse morto. Poi però è arrivato un suo amico, più o meno ubriaco quanto lui, e l'ha aiutato a rialzarsi. Carolyn mi ha dato una pacca sulla spalla e mi ha detto che una buona pinta di birra mi avrebbe aiutata a riprendermi dallo spavento.
Abbiamo attraversato tutto il quartiere, dove a onor del vero non c'erano solo ubriaconi ma anche bravissimi musicisti, che suonavano di tutto: dalle chitarre ai banjo, dai violini alle arpe! Poi abbiamo preso una traversa semi-nascosta e ci siamo infilati in un piccolo pub di veri irlandesi, come mi è stato sottolineato da Gregg, perché è sconosciuto ai turisti!


Foto di Vele Ivy


Qui c'erano altri due amici ad aspettarci: la coinquilina di Carolyn, ovvero Agata O'Neil, che lavora nella segreteria didattica del Trinity College, e un certo Domhnall McCarthy. Agata è molto carina, ha dei bellissimi capelli ondulati, castano chiaro, e gli occhi grigi. Domhnall ha i capelli biondo-rossicci, gli occhi azzurri e una carnagione davvero bianchissima, quasi come un foglio di carta!
Abbiamo passato una serata davvero divertente! Gregg non la finiva più di raccontare il mio spavento alla vista dell'uomo che cadeva ubriaco, e tutti giù a ridere. Tutti tranne Domhnall, per la verità, che si limitava a sogghignare (a volte ha un'aria quasi sinistra! Boh, spero sia solo una mia impressione). Poi ho bevuto la mia prima Guinness, ed è stata un'esperienza quasi mistica: non c'è niente da fare, in Italia non si berrà mai una Guinness all'altezza di quella che si gusta qui. La schiuma è densa e cremosa, il sapore è intenso e amaro. Infine, dal cantante del pub ho sentito una versione di With or without you da pelle d'oca, che mi ha fatto piangere. Carolyn mi ha abbracciata e mi ha detto "benvenuta in Irlanda!"

Un abbraccio anche a te!

Ginny

****

Da: ginevra.baroni@yahoo.it 
A: allegra.merini@virgilio.it
Oggetto: Risposte alle tue curiosità!


Foto di Ailera Stone


Carissima Allegra,

con piacere rispondo alle curiosità della tua ultima mail.
Per quanto riguarda le ricerche, sono lieta di dirti di aver trovato un'interessante variante della leggenda, secondo cui la fata dona alla bambina non una stella ma un raggio di luna; penso di essere sulla buona strada per chiarire il mistero!
Per quanto riguarda i nuovi amici, tutto va a gonfie vele perché Carolyn, Gregg e Agata sono persone speciali, sempre disponibili ad aiutarmi e col sorriso sulle labbra. Stiamo sempre insieme! L'unico a non essere simpatico è Domhnall, che non mi parla se non per necessità. Credo di stargli antipatica. Peccato perché, se fosse meno cupo (e meno pallido!) sarebbe un bel ragazzo. Ne parlavo giusto stamattina con Agata, che lo conosce fin da quando erano piccoli, perché frequentavano insieme una specie di colonia estiva per bambini che sanno il gaelico. Lui infatti viene dall'isola di Jarlath, che si trova a est di Dublino ed è un caso unico di preservazione dell'antico irlandese in quella zona dell'Irlanda. Agata, invece, proviene dal Gaeltacht.


Foto di Vele Ivy


Agata mi ha raccontato che fino a due anni fa Domhnall faceva il dottorato di Letteratura inglese in America, poi improvvisamente ha mollato la sua brillante carriera accademica ed è tornato in Irlanda, nella sua isola natale, un posto isolato ancora attento alle sue antiche tradizioni. L'anno scorso Agata lo ha ritrovato a Dublino, quando lui si è trasferito per trovare lavoro, avendo perso quello che faceva nella sua isola a seguito della crisi economica: è stata lei ad aiutarlo a trovare il suo attuale posto di lavoro alla biblioteca dell'università. In conclusione mi ha raccontato che lui torna spesso nella sua isola natale, che si trova ad un'ora e mezza di battello da qua, e secondo lei va a trovare la sua fidanzata... e con molta amarezza ha detto che le piacerebbe conoscere la persona che ha colpito il suo cuore di ghiaccio. Mi dispiace per lei, perché mi sembra molto turbata da quell'antipatico di Domhnall, mentre lui è veramente glaciale.

Comunque bando alla tristezza: domani faremo una gita alla penisola di Howt, che dev'essere meravigliosa, con il suo faro e le sue verdi scogliere a picco sul mare!

Ti racconterò nella prossima mail! Un abbraccio,

Ginny


Racconto a puntate ideato e scritto da Silvia e Vele Ivy

Nota delle autrici: i commenti più belli verranno pubblicati nell'ebook che creeremo per raccogliere tutta la storia!

sabato 16 febbraio 2013

Les Misérables



Tornato in libertà dopo diciannove anni di carcere per il furto di una pagnotta di pane, Jean Valjean viene accolto dal Vescovo Myriel ma l'uomo, indurito dalla vita, lo ringrazia rubandogli l'argenteria; quando viene riacciuffato dalla polizia, è proprio il monsignore a scagionarlo dichiarando che è stato lui in persona a donare i preziosi all'ex galeotto: questo inaspettato gesto di bontà convincerà Valjean a cambiare vita e a diventare un uomo migliore. Così anni dopo lo ritroviamo sotto le mentite spoglie di Monsieur Madeleine, sindaco e proprietario di una fabbrica, lì incrocerà la sua strada con quella della sfortunata Fantine, ragazza madre finita sulla strada per garantire un futuro alla figlia; prima che la ragazza muoia, Valjean le promette di prendersi cura della piccola Cosette e braccato dall'ispettore Javert, suo aguzzino all'epoca della prigionia e ossessionato dall'idea di rintracciare l'ex galeotto, fugge a Parigi insieme alla bambina, alla quale vorrà bene come a una figlia. Anni dopo il destino di Valjean e Javert si compirà a Parigi nei giorni della rivoluzione degli studenti...

Tratto dal celebre musical a sua volta tratto dal celebre romanzo di Victor Hugo, Les Misérables sbarca al cinema dopo aver raccolto consensi sui palcoscenici di mezzo mondo, tra il West End e Broadway. La vicenda incentrata sulle miserie umane di questi miserabili in lotta per la sopravvivenza in un mondo brutto, sporco e ingiusto in cui nessuno è buono o cattivo, è il racconto di una guerra tra poveri dove nessuno forse avrà mai la possibilità di essere davvero felice, ma dove si reca dolore al prossimo solo per il gusto di vedere il vicino messo peggio di noi. La storia si focalizza su diverse tematiche quali la giustizia - su come il suo concetto possa variare di volta in volta a seconda del personaggio -, sull'ossessione, sulla redenzione, sulle speranze e i sogni perduti a causa di una realtà troppo spesso crudele e sull'amore (che sia di una madre, non corrisposto o tra due giovani innamorati che nell'amore trovano finalmente il senso della vita). In un certo senso, è il racconto della solitudine che ciascun individuo si porta con sé.
Diretto in maniera lineare e classica da Tom Hooper, regista premio Oscar de Il discorso del re, Les Misérables è un musical all'ennesima potenza... nel senso che è totalmente cantato: praticamente non ci sono dialoghi, ma i dialoghi sono tutti cantati finché non si arriva alle arie più famose dello spettacolo. Questa scelta, in linea con lo spettacolo teatrale, fa sì che il film risulti a tratti un po' pesante e in qualche modo fa emergere quello che è in genere il difetto dei musical: spesso e volentieri le canzoni dei musical sono forzate dal momento che i testi vengono scritti con l'obiettivo di sostituirsi ai dialoghi, e ciò comporta che queste canzoni non siano né veri dialoghi né vere canzoni... ma dialoghi simili a nenie che alla lunga rischiano di annoiare. Sarebbe stato meglio alternare momenti parlati a momenti musicali, perché effettivamente la maggior parte delle canzoni non risultano così memorabili. D'altra parte, funzionano meglio quei momenti musicali le cui canzoni non fanno parte di scene dialogate ma esprimono le speranze, i pensieri e gli stati d'animo dei personaggi, lontane dall'essere forzate e cantilenanti, sono le canzoni migliori del musical... proprio perché sono vere canzoni: come I Dreamed a Dream, On My Own e la canzone dei rivoluzionari. Invece, i momenti musicali eseguiti dal coro sono tutti convincenti. Ad alleggerire la pesantezza del continuo cantare, ci pensano i momenti toccanti che ci regalano quei personaggi in grado di coinvolgere lo spettatore: la struggente Fantine di Anne Hathaway, madre coraggio forte e determinata, che arriva a sacrificare se stessa pur di salvare la sua bambina, il suo grido di dolore ti tocca il cuore, la dolce Eponine, figlia di due genitori indegni come i Thénardier, e il suo straziante amore non corrisposto per Marius, la piccola Cosette che canta di un castello sulle nuvole in cui tutto sia più bello e soprattutto il coraggio del piccolo Gavroche e il suo cantare con fiducia e speranza inneggiando alla rivoluzione che dia giustizia ed equità ad una società che non ne ha.
Il cast è in media abbastanza convincente, in cui spiccano la Hathaway e la giovane Samantha Barks, già Eponine a teatro, ottima la ricostruzione della Francia ottocentesca, bellissimi i costumi. Les Misérables è un bel film, epico ed emozionante, anche se forse a livello di regia avrebbe potuto/dovuto osare di più puntando all'eccellenza invece di limitarsi ad una trasposizione fin troppo aderente all'originale.

Voto: 7,5

giovedì 14 febbraio 2013

Una curiosa mattinata a Pemberley



E' una verità universalmente riconosciuta che la vita di una coppia di giovani sposi sia un idillio, tra occhi colmi d'amore e dolci sorrisi. E benché risulti loro difficile comprendere come mai le coppie sposate da anni, invece, finiscano per non sopportarsi, tuttavia la convinzione dell'idillio è così radicata nella loro mente... tanto che sentono nei loro cuori che durerà per sempre!




Elizabeth e Darcy erano sposati da quasi sei mesi e da poche settimane si erano stabiliti a Pemberley, dopo aver passato una lunga e romantica luna di miele a Roma e in altre città italiane; Elizabeth era felice di aver potuto vedere un po' il mondo, al di là di Meryton, e Darcy era felice di aver realizzato il sogno della moglie, da quando l'aveva incontrata lui si era addolcito e lei era riuscita a smussare quel suo carattere a volte difficile, facendone emergere tutte le migliori qualità nascoste un tempo da un'apparenza di arroganza e orgoglio. Elizabeth, dal canto suo, aveva imparato dai suoi errori passati ad essere più giudiziosa e a non lasciarsi ingannare da false prime impressioni. Il loro era davvero un matrimonio felice! 
Come detto, dopo la lunga assenza, erano appena tornati a Pemberley, dove la giovane moglie era ansiosa di imparare al meglio il suo nuovo ruolo di padrona di casa di una tenuta così rinomata e importante. Georgiana viveva con loro ed era felice di avere, adesso, tanto tempo a disposizione per conoscere a fondo la nuova sorella, per la quale aveva provato stima e affetto dal giorno del loro primo incontro, quando Miss Bennet era capitata casualmente a Pemberley con gli zii Gardiner.





Quella mattina, Darcy era uscito per sbrigare degli affari, mentre Georgiana come di consueto si esercitava al pianoforte: Elizabeth poteva sentire la sua splendida musica provenire dall'altra stanza; la metteva di buon umore udire quella dolce musica e la faceva sorridere il pensiero che non molto tempo prima era la sorella Mary a tirare giù dal letto tutti con i suoi tentativi musicali alquanto poco riusciti! Aveva appena finito di scrivere una lettera a Jane, che viveva a poche miglia di distanza, insieme al marito Bingley: le due giovani coppie di vedevano spesso e non potevano essere più affiatate trattandosi di due sorelle e di due amici fraterni. Finita la lettera, ora stava disponendo una bella composizione di fiori - come le aveva insegnato Georgiana - in un vaso di cristallo, con molta cura e molta attenzione. Mentre sistemava i fiori, si accorse che la porta dietro di lei si era aperta e che qualcuno stava avvicinandosi, finse di non accorgersene... ma sapeva che si trattava del marito. Quando lui le fu vicino, lei cominciò a ridere e lui, colto alla sprovvista, parlò:
-"Volevo sorprenderti e invece sapevi che ero qui?"
Elizabeth si voltò a guardarlo negli occhi: "Mi ami per il mio acume e per la mia vivace perspicacia, oltre che per i miei occhi brillanti, vero? Perciò non stupirti se mi risulta facile accorgermi del tuo arrivo, anche quando cerchi di nasconderlo!" sorrise. 
-"Sì, è vero, ma è anche vero che in passato talvolta ti sei sbagliata" la punzecchiò lui.
-"Lo so e sono felice di averlo capito prima che fosse troppo tardi".
A quel punto, lui s'inchinò e baciò con dolcezza la moglie sulle labbra.
-"Abbiamo imparato entrambi dai nostri errori e ciò ci ha portato alla più grande felicità, perché non esistono al mondo creature più perfettamente felici di noi due" concluse Darcy.





Elizabeth lo guardò intensamente negli occhi... poi la sua espressione assunse un'aria ironica:
-"Anche se tale gioia comporta il dover danzare nuovamente con una moglie appena passabile?"
Darcy impallidì leggermente: "La mia meravigliosa moglie appena passabile sa che non amo danzare, è vero, ma sa che tutto quello che faccio è per lei, quindi sa che benché non ami i balli... danzerò per compiacerla".
Di lì a pochi giorni, Pemberley avrebbe offerto un grande ballo in onore della nuova Mrs Darcy, perché suo marito desiderava presentare Elizabeth a tutte le sue conoscenze del Derbyshire, in modo da introdurre come si conviene quella che era diventata una delle signore più importanti della contea. Elizabeth sapeva che Darcy non amava i balli e non si sentiva a suo agio in simili circostanze, ma gli era grata per aver fatto uno sforzo per compiacerla. Era davvero cambiato dal tempo del loro primo incontro, lei con la sua vivacità era riuscita a renderlo più sereno e rilassato, ed era felice di poter dire che insieme imparavano qualcosa di nuovo ogni giorno!
-"Insieme possiamo affrontare qualsiasi cosa, lo sai! In fondo, se abbiamo affrontato il biasimo di Lady Catherine, che cosa potrebbe esserci di peggiore?" rise lei, poi riprese "Un ballo non sarà niente di così insormontabile, vedrai" gli prese la mano e lo condusse al centro della stanza "Proviamo".
Darcy la guardò senza capire: "Proviamo a fare cosa?"
-"A danzare!" rispose lei come se fosse una cosa assolutamente ovvia.
-"Adesso? Qui? Ma è ridicolo!" obiettò lui preoccupato.
-"E perché mai? Nessuno può vederci, quindi a quali occhi dovremmo sembrare ridicoli? Inoltre, senti Georgiana che suona nell'altra stanza? Lei ci farà da inconsapevole accompagnamento musicale!"
-"Ma..." provò a ribattere lui, ma la moglie era irremovibile. Così i due iniziarono ad eseguire le complicate figure della danza, era una situazione quasi irreale danzare da soli, eppure lui si fidava della moglie e pian piano riuscì a rilassarsi e a concentrarsi nella danza. 
-"Visto? Non è così difficile!" parlò lei dopo qualche minuto, mentre continuavano a danzare.
-"Va bene, avevi ragione" rise lui.
-"Se ti ricordi una volta abbiamo danzato mentre discutevamo..."
-"Sì, ricordo bene quella circostanza".
-"Dopo tanto tempo, posso affermare che quella danza fu divertente, anche se non ci sopportavamo allora!"
-"Questo a causa del tuo pregiudizio nei miei confronti..."
-"... e del tuo orgoglio fin troppo ostentato!"
Risero entrambi, poi aggiunsero all'unisono: "Non c'è dubbio, eravamo fatti l'uno per l'altra".
Danzarono ancora per qualche minuto, finché Elizabeth si accorse che non erano più soli nella stanza: Georgiana si trovava alla porta e li guardava con un'espressione tra il perplesso e il divertito; anche Darcy si voltò e notò la presenza della sorella. Solo in quel momento i due si accorsero che la musica era cessata da tempo e che, presi com'erano l'uno dall'altra, non se ne erano minimamente accorti. Darcy si schiarì la voce e provò ad assumere un'aria seria: "Georgiana, da quanto tempo sei lì?"
La ragazza cercò di nascondere un sorriso divertito:
-"Oh, da poco tempo. Ero venuta per informarvi che ho appena ricevuto un biglietto da parte di Miss Brandon che m'invita ad una colazione da lei e che prenderò la carrozza..."
-"Ma certo, cara! Porta i miei saluti a Mrs Brandon!" rispose Elizabeth.
Allora Georgiana annuì e si sbrigò a richiudere la porta: i due la sentirono ridere di gusto mentre si allontanava.
-"Dobbiamo esserle sembrati alquanto ridicoli" sospirò Darcy.
-"Beh, allora è una fortuna che Georgiana non perda la stima nelle persone così facilmente!" rise Elizabeth, Darcy ci pensò un istante, poi sorrise a sua volta. E i due ripresero a danzare benché non ci fosse alcuna musica ad accompagnarli... la magia dell'amore avrebbe fatto tutto il resto!