E' verità universalmente riconosciuta che una fan di Jane Austen desideri diventare come un'eroina dei suoi romanzi!

sabato 30 dicembre 2017

Il meglio di... 2017

Un altro anno volge al termine! E come ogni anno, ecco ciò che - tra cinema, libri, musica ecc. - ha caratterizzato il mio 2017...



1) Miglior libro: L'abbazia di Northanger di Jane Austen. Ho riletto questo romanzo della Zia in occasione del bicentenario e l'ho trovato ancora più divertente e sorprendente di quanto ricordassi! Non è solo una parodia del romanzo gotico, ma è un romanzo che parla di ogni lettore! E i due protagonisti sono assolutamente deliziosi!






2) Miglior film: La bella e la bestia. Non poteva che essere questo il mio film preferito del 2017! Emozionante e magico proprio come il capolavoro del 1991! Un film in grado di rinnovare il mito della fiaba più bella di tutte!






3-4) Miglior telefilm/miniserie: Victoria. La seconda stagione della serie targata ITV sulla giovane regina Vittoria si dimostra appassionante come la prima! Grazie a costumi da sogno e intrecci mai scontati, Victoria e Albert riescono ad emozionare puntata dopo puntata!






5) Miglior personaggio maschile: Diego Luna. Non è stato amore a prima vista... ma amore al primo ascolto! Infatti, tempo fa ho visto per caso un bellissimo film d'animazione dal titolo Il libro della vita: il protagonista Manolo è doppiato da Diego! E appena ho ascoltato le canzoni della colonna sonora... mi sono subito innamorata della voce di Diego! Non credo di aver mai sentito una voce più romantica della sua! Così è stato amore al primo ascolto! In breve tempo ho visto molti dei suoi film, ma questo meraviglioso attore messicano (protagonista di Rogue One) oltre ad essere un uomo pieno di talento è anche una persona dal cuore grande: è infatti impegnato nel sociale, è un attivista politico e si fa in quattro per aiutare gli altri. Insomma, è bellissimo, è talentuoso, ha un cuore d'oro, è un eroe anche nella vita reale... ed è la persona più adorabile del mondo!












6) Miglior personaggio femminile: Emma Watson e Wonder Woman. Apprezzo da anni Emma Watson sia come attrice sia come persona, soprattutto per il suo essere un modello positivo e una fonte di ispirazione. Non potevo non apprezzarla particolarmente nelle vesti di Belle: perché ha saputo incarnare alla perfezione la modernità, l'intelligenza, il coraggio e l'animo nobile di questa principessa Disney. Emma come Belle è un importante simbolo di emancipazione, Emma è un'instancabile attivista che con il suo impegno cerca di rendere questo mondo un luogo in cui tutti abbiano gli stessi diritti.
Grazie a Wonder Woman, dopo anni di dominio di supereroi, finalmente c'è una supereroina al centro della scena! E Diana Prince è un altro importante modello femminile: un potente simbolo di coraggio, forza e altruismo!




7) Miglior canzone: Praying di Kesha. Si tratta della canzone più emozionante e significativa del 2017!






8) Miglior disco: la colonna sonora de La bella e la bestia. Perché le canzoni del 1991 sono una certezza... e le nuove canzoni sono state una fantastica sorpresa!




9) Miglior momento sportivo: la medaglia d'oro di Federica Pellegrini ai Mondiali di nuoto di Budapest. Un oro incredibile e inaspettato per la campionessa: bello proprio perché inaspettato!




10) Miglior momento in assoluto: il fidanzamento di Harry e Meghan. Finalmente anche Harry si sposa! Lui e Meghan formano una coppia perfetta!

Questo è stato il mio 2017! In attesa di scoprire come sarà il 2018... Buon anno a tutti!

giovedì 28 dicembre 2017

Kate, regina di Arendelle

Qualche settimana fa, nel corso di un evento, Kate ha sfoggiato un meraviglioso abito da sera che ricordava molto il vestito della regina Elsa di Frozen! Scintillante e prezioso, l'outfit sembrava davvero essere fatto di ghiaccio! Così Kate non è solo una regina di stile... ma potrebbe benissimo essere anche la regina di Arendelle!

Ecco le foto...







venerdì 22 dicembre 2017

Tra Natale e fidanzamenti...

In occasione delle festività natalizie, è stata diffusa una nuova immagine ufficiale dei duchi di Cambridge!

Ecco la foto...




Qualche settimana fa è stato annunciato il fidanzamento tra Harry e Meghan Markle! I due si sposeranno il 19 maggio 2018 nel Castello di Windsor.

Ieri sono state diffuse le immagini ufficiali del fidanzamento...







mercoledì 20 dicembre 2017

200 anni di L'abbazia di Northanger e Persuasione



Oggi cade il bicentenario della pubblicazione postuma di L'abbazia di Northanger e Persuasione. Duecento anni fa, come oggi, Jane Austen era morta da cinque mesi e il fratello Henry si era occupato della pubblicazione dei due ultimi romanzi compiuti della sorella. Solo dopo l'uscita di questi libri finalmente sarebbe stato svelato al mondo il nome della sua autrice.
Mentre vengono pubblicati Persuasione e L'abbazia di Northanger Jane Austen sta già entrando nel mito, sta già trasformandosi nella più grande scrittrice del mondo, le sue opere stanno entrando nell'élite dei classici.
Jane Austen è morta da cinque mesi e non ha lasciato altre opere, se non qualcosa di incompiuto e i lavori giovanili, quindi non rimangono che questi sei romanzi: questa è la parte più importante della sua eredità al mondo. Un'eredità di inestimabile valore che da lì in avanti non avrebbe mai smesso un istante di arricchire la vita delle generazioni successive.
In particolare, L'abbazia di Northanger e Persuasione sono i suoi ultimi grandi regali, da apprezzare dagli incipit alle ultime frasi. Sono due romanzi diversi e il destino ha deciso che fossero pubblicati insieme: i quali raccontano due punti opposti della carriera di Jane. Uno scritto agli albori e uno alla fine.
L'abbazia di Northanger è uno dei suoi primi romanzi (iniziato in quegli anni di fine Settecento in cui Jane stava scrivendo anche i due romanzi che anni dopo diventeranno Ragione e sentimento e Orgoglio e pregiudizio), iniziato con il titolo di Susan e diventato Northanger Abbey dopo anni di stand by. Revisionato più volte, viene pubblicato solo postumo... eppure, doveva essere pubblicato molti anni prima del 1817. Già intorno al 1803 era pronto per la pubblicazione ma, per ragioni sconosciute alla stessa Jane, dopo essere stato accettato dall'editore, non vide mai la luce. Così quando arrivò il momento, essendo stato terminato da parecchio tempo... la Zia si sentì in dovere di scrivere una nota per dare una spiegazione. Per farla breve (aprendo ancora oggi una qualsiasi edizione de L'abbazia di Northanger) c'è una nota scritta da Jane in cui spiega che il libro era stato completato nel 1803 e che solo dopo tredici anni e varie peripezie riusciva ad essere pubblicato, così Jane si "scusa" con i lettori per il fatto che possano ritenere gli usi e costumi, la moda, le persone e i luoghi diversi dal presente (il presente di allora) perché trattandosi di un testo composto anni prima... poteva risultare datato e non più attuale al lettore che si accingeva a leggerlo in quel momento. Ho sempre sorriso nel leggere questa nota (nota che forse nel 1817 faceva un altro effetto): perché se Jane Austen avesse immaginato che i suoi romanzi sarebbero stati letti duecento anni dopo che li aveva scritti... beh, non si sarebbe preoccupata per una pubblicazione ritardata di soli tredici anni!!!
Questa nota di Jane, anche se inconsapevolmente, sembra quasi mettere in risalto l'attualità della sua opera: in grado di essere letta, amata e apprezzata a distanza di due secoli! Forse le difficoltà riscontrate da Northanger Abbey per essere pubblicato denotavano già il destino di classico della letteratura che aveva questo libro e gli altri: era un test, una prova per vedere se effettivamente la sua autrice era all'altezza di entrare nell'élite dei classici. Questi ultimi due secoli hanno ampiamente dimostrato che Jane Austen era all'altezza di entrare nell'élite dei classici e che L'abbazia di Northanger con la sua moda vecchia di tredici anni... non avrebbe fatto accezione.
Quel 20 dicembre 1817 finalmente il "datato" Northanger Abbey veniva pubblicato e lo spirito ironico e corrosivo di questa parodia austeniana che sapeva abilmente prendersi gioco del romanzo gotico e dei suoi appassionati lettori... non poteva che conquistare all'istante i fan di Jane Austen, con quel modo tutto austeniano di raccontare un'epoca e una moda irresistibile!

Persuasione, invece, è l'ultimo romanzo completato da Jane Austen nel 1816.
È la sua vera e propria eredità come autrice e non a caso è il suo romanzo più maturo sia per tematiche, che per personaggi, che per intenti. Come i suoi libri precedenti, affronta una storia d'amore appassionante e avvincente, con due protagonisti per cui fare il tifo... però lo fa con meno ironia, ma con più voglia di raccontare una storia d'amore sofferta e di grande maturazione. Non ci sono più le scaramucce di Orgoglio e pregiudizio, non c'è la passionalità portata all'estremo di Marianne Dashwood, non c'è il carattere spregiudicato di Emma Woodhouse nel voler combinare matrimoni ai suoi amici, no. In Persuasione ci sono due innamorati che un terribile sbaglio separa, lo sbaglio di lei, e otto lunghi anni di incertezze e sofferenze prima che si possa giungere alla riconciliazione e al lieto fine. Jane con questo romanzo sembra suggerirci che la vita sia una salita faticosa e che spesso gli ostacoli da superare sono parecchi prima di arrivare in cima; ci suggerisce che bisogna dare tempo al tempo e che bisogna imparare dai propri sbagli e seguire un percorso di crescita per diventare persone migliori. Le lunghe tribolazioni di Anne Elliot e del Capitano Wentworth ci ricordano che la vita è una corsa a ostacoli in cui niente è scontato (neanche il lieto fine) e che per guadagnarsi la felicità bisogna saper imparare dai propri errori e saper perdonare, saper dimenticare il passato e non smettere mai di credere nell'amore. Tutto questo è il magnifico ultimo romanzo di Jane Austen: una grande lezione di crescita.
Così come i due protagonisti crescono pagina dopo pagina e alla fine del romanzo possono ritrovarsi come persone nuove, così il lettore ha imparato lezioni e valori importanti da tale romanzo; imparando a non farsi influenzare dagli altri, imparando ad avere pazienza, imparando ad assumersi le proprie responsabilità. E soprattutto imparando a credere che l'amore, nonostante tutto, sia più forte di ogni avversità.
Questo rende Persuasione il romanzo della maturità di Jane, il desiderio di raccontare l'amore e le relazioni in tutta la loro onestà... anche ammettendo che possa essere uno dei due innamorati a sbagliare, a patto che poi riesca a rimediare al suo errore. Il romanticismo di base, la bellezza dei due protagonisti e la meraviglia di un finale che fa battere il cuore... innalzano Persuasione alle stesse vette raggiunte da Orgoglio e pregiudizio: come racconto d'amore indimenticabile con due protagonisti indimenticabili!

Sono passati 200 anni dalla pubblicazione postuma di Persuasione e L'abbazia di Northanger (così come 200 anni dalla morte di Jane), però questi due romanzi - uniti agli altri - sono ancora qui a farci sognare, divertire, innamorare, riflettere. Fanno parte della vita di tutti. Dopo due secoli siamo ancora curiosi di scoprire i segreti che aleggiano attorno a misteriose magioni antiche e facciamo ancora il tifo per il lieto fine tra Anne e Wentworth... due secoli che hanno reso Jane Austen un'amica fidata, oltre che la più grande scrittrice del mondo. Due secoli fa lei era già morta e uscivano i suoi due ultimi regali, ma nel momento in cui venivano pubblicati i suoi ultimi romanzi e veniva, poi, svelata la sua vera identità... il mondo iniziava ad innamorarsi dell'opera di una zitella dell'Hampshire: un amore che non sarebbe mai finito, ma che avrebbe continuato ad arricchire il mondo per sempre!



lunedì 18 dicembre 2017

L'eroe austeniano più costante: il Capitano Wentworth



Il Capitano Wentworth è in assoluto l'eroe più romantico tra i protagonisti maschili di Jane Austen. Si tratta di un uomo che ama e viene deluso e abbandonato, ma continua ad amare nonostante tutto, sempre. È lui il vero simbolo della costanza in amore, il simbolo dell'avere speranza fino alla fine. Come Anne, lui è l'eroe austeniano più tormentato e quello che deve superare difficoltà e avversità prima di essere riunito alla sua amata. Ed è il protagonista maschile più maltrattato dalle circostanze... dal momento che non è l'orgoglio a separarlo da Anne, non è un rivale, non sono fraintendimenti o equivoci, ma è la sua stessa amata a farlo. Sì, Frederick sa che la colpa è da attribuirsi a cattivi consigli e a convenzioni che non perdonano... però rimane il fatto che è proprio la sua cara Anne a spezzargli il cuore e a condannarlo ad almeno otto anni di sofferenze, incertezze e delusione.
Nonostante una realtà tanto dura da digerire, Wentworth rimane fedele a se stesso, non si lascia mai sopraffare dal risentimento: continuando a credere nell'amore. Col cuore in frantumi, va nel vasto mondo e si costruisce una reputazione e una fortuna e sorretto dalla costanza del suo cuore riesce ad andare avanti. Forse a volte ha tentennato e in un momento di debolezza può essersi guardato indietro con amarezza, eppure non smette mai di credere nell'unica donna che abbia mai amato. Così quando dopo otto anni la incontra di nuovo è come se niente sia cambiato, anche se è cambiato tutto. Lei ora è povera o quasi e lui è facoltoso e ambito e ammirato ovunque vada. Lui non si sbilancia mai con lei, rimanendo una statua indecifrabile... forse un po' lo fa per punirla, ma mai con l'intenzione di recriminare per i torti subiti. La osserva da lontano, in silenzio, amandola in silenzio come il primo giorno senza, però, lasciar trapelare nulla dei suoi reali sentimenti; si accontenta di seguirla con lo sguardo e sapere che dopo tanti anni di separazione lei è di nuovo accanto a lui. Wentworth da eroe senza macchia e senza paura tormentato sa soffrire senza darlo a vedere, speranzoso che all'eroe sia infine concessa la gioia. E a renderlo l'eroe romantico della vicenda è proprio la sua costanza, il non aver mai tentennato nel corso degli anni, il non aver mai ceduto all'offesa e al risentimento. Il Capitano Wentworth, l'eroe la cui costanza in amore l'ha reso tale, legittima la sua vocazione quando sente Anne parlare proprio della costanza in amore e di quanto le donne siano più portate a rimuginare e a struggersi rispetto agli uomini: secondo lei più presi dall'azione della vita per fermarsi a struggersi per amore. Quel discorso non può che far accendere la lampadina a Frederick! Come, proprio lui che è il Capitano della costanza in amore! Proprio lui che è stato offeso... eppure non ha mai smesso di amare... come può ascoltare tali dichiarazioni da parte della sua amata senza fare nulla? Così Jane Austen legittima la vocazione di eroe costante in amore del Capitano Wentworth facendogli scrivere la più bella lettera d'amore della storia della letteratura! Lì finalmente lui ha la possibilità di svelare i suoi sentimenti ad Anne, riesce a confessarle di aver amato lei e solo lei e di aver fatto progetti solo per lei e di voler donare a lei e solo a lei il suo cuore, quel cuore che lei aveva spezzato otto anni prima e che - nonostante le sue opinioni sull'incostanza dei sentimenti maschili - non ha mai smesso di appartenere a lei e solo a lei. Questa lettera ha il potere di svelare come non mai i più profondi sentimenti e le più profonde speranze del Capitano Wentworth, rendendolo l'eroe austeniano più propenso ad aprire il suo cuore. Questa lettera dimostra che Wentworth è l'eroe austeniano più costante in assoluto, l'eroe che pur avendo subito una pesante offesa non smette mai di amare per questo... ma che nella sua sofferenza trova la forza di non arrendersi. Questa lettera dimostra che Anne si sbaglia: non è vero che gli uomini dimenticano più facilmente, ci sono uomini che non dimenticano mai di struggersi per la persona amata. Questa lettera rende Wentworth l'ideale eroe romantico austeniano, un uomo che non ha paura di apparire debole solo perché mostra i suoi sentimenti, un uomo che trae forza dai suoi sentimenti e che alla fine viene ripagato da ogni sofferenza, potendo finalmente ricongiungersi alla donna amata dopo mille avversità.



sabato 16 dicembre 2017

Ritratto di signora (special edition): Anne Elliot



Anne Elliot è l'eroina austeniana più timida e sensibile, colei che spicca di più per cultura e sicuramente la più tormentata. Anne è quella che ha sofferto maggiormente per le convenzioni e le regole della sua epoca, quella che ha amato e ama con più profondità e quella che sopporta meglio il fardello del suo destino.
Di buon cuore, priva di pregiudizi e sensibile, si tratta di una ragazza dai natali nobili e agiati che si ritrova ad incontrare in maniera piuttosto facile il grande amore; lei ama Frederick e Frederick ama lei, senza che gli interessi e i calcoli si mettano in mezzo. Sono la coppia romantica per eccellenza dell'universo austeniano. Però le sopracitate convenzioni sociali cospirano per dividerli e ci riescono. Anne ha solo diciannove anni quando si ritrova a dover decidere della sua felicità e consigliata male da una figura saggia che le sta accanto si persuade a rinunciare al suo amato... non tanto perché consapevole dell'inferiorità sociale di Wentworth o perché sospetti ipotetici secondi fini di lui: ma unicamente perché si tratta di una ragazza giovane e inesperta che non ha la forza di far valere le sue opinioni. Anne, dal carattere riservato e timido, viene manipolata e indotta a fare qualcosa che va contro i suoi sentimenti. La sua debolezza è comunque una grave colpa... dal momento che nessuno ha il diritto di costringere una persona a fare scelte diverse da quelle che vorrebbe fare e il debole che acconsente diventa quasi un complice di una meschinità gratuita. Eppure, Anne sbaglia e capisce subito il suo errore, capisce di essersi comportata male con colui che l'amava sinceramente, capisce che le conseguenze delle sue azioni le si ritorceranno contro. Anne è abbastanza intelligente e corretta per assumersi le sue responsabilità. Così, passando gli anni, quando vede venir meno la sua gioventù e vede il tracollo della situazione economica del padre sa dare un nome al suo senso di colpa, sa fronteggiare il rimpianto senza avere bisogno di nascondersi. Non cerca alibi: è rassegnata a pagare a caro prezzo la sua follia giovanile. Anne soffre in silenzio, soffre in silenzio per aver perso il suo grande amore, accetta con pazienza le continue critiche e il disprezzo della sua stessa famiglia che non perde occasione per sminuirla. Vive la sua situazione con dignità senza lasciarsi prendere dallo sconforto: andando avanti a capo chino... un po' rassegnata e un po' confortata dai pochi bei ricordi del passato.
Quando il suo destino sembra ormai scritto accade che incrocia di nuovo Wentworth sul suo cammino. Quando lo ritrova otto anni dopo, ricco e ambito, Anne sa di non potersi aspettare niente da lui, sa che ciò che gli ha fatto è troppo grave per essere perdonato; così si accontenta di osservarlo da lontano e amarlo in silenzio. Ma a dispetto del distacco che il Capitano le dimostra, lui conosce il cuore di lei, sa che nel cuore di Anne ci sono i sentimenti più onesti e sinceri del mondo e questo è sufficiente per garantirle il perdono e il lieto fine. Perché pur avendo sbagliato, Anne ha saputo assumersi le sue responsabilità e nel corso degli anni nel suo cuore non ha mai smesso di essere fedele a quell'amore sincero sbocciato tanto tempo prima. Anne ha saputo sopportare con coraggio le conseguenze, ha saputo rassegnarsi al suo destino senza mai lamentarsene, ha saputo rimanere gentile e sensibile e per questo viene ripagata con una seconda occasione.

Anne Elliot attraversa un limbo di solitudine e incertezza, di rimpianto e rassegnazione... eppure, rimanendo ogni singolo giorno fedele a quell'amore speciale che l'aveva resa felice anni prima, riesce a sovvertire il suo triste destino e riesce a riconquistare il suo amato e la gioia che merita. Ha sbagliato ed è stata duramente punita per questo, ma infine la sua fiducia nella sacralità dell'amore vero e la sua pazienza nel sopportare le avversità e le sofferenze della vita... le rendono possibile tornare ad essere felice accanto all'unico uomo che abbia mai amato.
Anne Elliot è l'eroina che viene messa più alla prova da Jane Austen ed è colei che matura di più nel corso della vicenda, diventando a 27 anni la padrona del suo destino e trovando il coraggio di vivere il suo amore a testa alta, senza che nessuno decida per lei.



giovedì 14 dicembre 2017

Persuasione sullo schermo



Persuasione 1995

Versione targata BBC del 1995 con Amanda Root e Ciarán Hinds, questa trasposizione televisiva di Persuasione è assolutamente perfetta e fedele al romanzo di Jane Austen. I momenti clou della vicenda sono raccontati con la stessa emozione e cura del libro - soprattutto la scena che culmina con la lettera che Wentworth scrive ad Anne, scena ricreata lasciando intatta la magia narrata dalla Zia - e ogni elemento, dall'ambientazione al cast, è perfetto! Pur essendo una versione ormai un po' datata è senza ombra di dubbio la migliore e la più fedele allo spirito del capolavoro austeniano, è senza dubbio la versione più romantica e commovente!
Persuasione 1995 è un ottimo film: ideale per apprezzare e appassionarsi ancora di più alla vicenda di Anne e Frederick!

Voto: 8




Persuasion 2007

Versione targata ITV del 2007 con Sally Hawkins e Rupert Penry-Jones, questo film tv è un prodotto discreto abbastanza fedele al romanzo di Jane. Ha il difetto di avere alcune scene un po' troppo stravolte e improbabili (se si considerano le premesse del libro) e soprattutto - cosa alquanto imperdonabile - taglia e rovina completamente tutta la parte della stesura della lettera di Wentworth: cancellando la magia, il romanticismo e il Pathos della scena descritta da Jane Austen; questo è un grave difetto... considerando che si tratta del momento clou del libro. Poi vedere una Anne che corre come una pazza per mezza Bath non rispecchia molto il personaggio...
Persuasion 2007 è un film discreto ma non la migliore trasposizione possibile; pur avendo qualche buona trovata (come la scena finale), manca però del romanticismo e dell'emozione che questo racconto deve avere.

Voto: 7



martedì 12 dicembre 2017

Persuasione



Anne Elliot è la figlia di un baronetto decaduto e i problemi economici del padre costringono la sua famiglia a uno stile di vita più ridimensionato. Tuttavia, a turbare Anne non è tanto il cambiamento di condizione sociale quanto il fatto che ha 27 anni ed è sola. È sola perché otto anni prima aveva incontrato il suo grande amore, Frederick Wentworth, ma a causa dell'allora inferiorità di classe sociale di lui Anne era stata persuasa a rinunciare all'uomo che amava e a rompere il loro legame. Ora, dopo tanti anni, Anne sa che con il cambio di situazione della sua famiglia non ha più prospettive e sa di aver fatto un terribile errore con Frederick, così è rassegnata e consapevole che non si sposerà e vivrà nel rimpianto per ciò che poteva essere. Però otto anni dopo il destino le fa incontrare di nuovo il Capitano Wentworth, diventato nel frattempo un uomo ricco e di successo, e a dispetto dei sensi di colpa di lei e dell'apparente distacco di lui, i torti e gli errori del passato verranno dimenticati e cancellati per sempre e i due innamorati avranno una seconda possibilità per essere felici.

Persuasione è l'ultimo romanzo completo di Jane Austen. Si tratta del romanzo più romantico e delicato, del romanzo con la trama più sofferta e con il lieto fine che tiene di più con il fiato sospeso. Persuasione è il romanzo più maturo della Zia, quello della maturità come autrice e quello della maturità dei suoi personaggi. Questo perché Anne e il Capitano Wentworth sono i personaggi austeniani che più soffrono e affrontano le maggiori sfide e difficoltà prima di ritrovarsi ed essere felici. I due si amano sinceramente e pienamente fin dall'inizio, ma vengono separati dagli altri: non è colpa dell'orgoglio, di pregiudizi o di fraintendimenti... bensì colpa della debolezza di Anne e del suo essere manipolata dai consigli di un'amica che riteneva saggia. La cosa triste dell'errore di Anne è che sbaglia non perché ingannata da personaggi poco raccomandabili o da false amiche gelose, ma viene convinta a fare qualcosa che non vuole fare da una persona che crede come una madre e tutto questo solo per dare importanza alle convenzioni sociali e non ai desideri di un sentimento puro, sincero e disinteressato. Wentworth, pur non essendo un ambizioso senza scrupoli, viene allontanato dalla vita di Anne solo perché di estrazione sociale inferiore alla sua; questa intrusione fatta ai danni di un uomo umile e onesto e di una ragazza giovane, inesperta e non all'altezza di prendere le sue decisioni da sola rende il destino dei due innamorati davvero crudele. Per fortuna Jane Austen non concepisce un finale triste, così fa in modo che i due possano incontrarsi ancora, a situazioni economiche invertite, e permette loro di avere un'altra occasione. Quando Wentworth ricompare dinanzi ad Anne è ricco e rispettato, ammirato e ambito... mentre lei è sola e piena di rimpianti, con una famiglia che la sminuisce di continuo e ben poche ragioni di essere ottimista per il futuro. Però a dispetto delle apparenze, a dispetto degli sbagli del passato, il loro amore è sopravvissuto alla lontananza e alle intrusioni e Wentworth è pronto a donare una seconda volta il suo cuore all'unica donna che abbia mai amato. Grazie ad un crescendo emozionante, grazie ad una lettera indimenticabile... Anne e il Capitano Wentworth possono lasciarsi alle spalle le sofferenze del passato e riallacciare quel filo che otto anni prima era stato solo apparentemente spezzato ma che li aveva continuati a legare sempre.
Persuasione è sicuramente il romanzo più toccante di Jane Austen, è il romanzo più struggente e il romanzo il cui lieto fine scalda maggiormente il cuore dei fan della Zia. È il romanzo più maturo perché presenta un percorso particolarmente tortuoso che fa maturare i due protagonisti e li rende liberi di amarsi dopo tante traversie, è il romanzo più maturo perché rammenta che se hai amato non devi avere rimpianti... ma solo fiducia nel fatto che l'amore sarà sempre più forte di tutto il resto.



domenica 10 dicembre 2017

Il più simpatico degli eroi austeniani: Henry Tilney



Henry Tilney, pur essendo il protagonista maschile del romanzo più insolito di Jane Austen, non è da meno degli altri eroi austeniani quanto a fascino e valore. Si tratta dell'eroe austeniano più divertente, ironico e simpatico... quello più portato a dare battute e a prendere in giro la sua eroina! Fin dal primo incontro con Catherine, si distingue per la sua verve, la sua brillantezza e la sua voglia di apparire più autentico e meno artificioso dei suoi simili; Henry non è un ambizioso e un intrigante, non è un freddo calcolatore o un vanesio pavone desideroso di mettersi in mostra, non gli importa di apparire come il migliore degli uomini: cerca solo di essere se stesso. Così si dimostra subito gentile e spiritoso, pronto a sorridere delle debolezze della società e di Catherine... senza però essere maleducato o crudele: distinguendosi invece per onestà e razionalità. Il suo comportamento impeccabile lo rende fin da subito un modello e una persona su cui fare affidamento, la sua gentilezza e il suo spirito ironico lo rendono un eroe austeniano di cui è facile innamorarsi. Con pessimi modelli quali John Thorpe e il fratello Frederick, è fin troppo facile intravedere in Henry tutte quelle buone qualità che lo rendono il perfetto eroe di Jane Austen. Henry non tenta di mettere in cattiva luce gli altri - le circostanze parlano per lui -, non cerca di mortificare Catherine - fa solo in modo di farle capire i suoi errori per farla crescere -, non cerca di minimizzare la pessima condotta del Generale Tilney - andando subito dalla sua amata per scusarsi dell'imperdonabile comportamento del padre e dichiararle il suo sincero amore a dispetto dei divieti paterni; Henry in tutto e per tutto è l'eroe austeniano che si comporta sempre nel modo giusto, consapevole che l'importante è essere fedeli con se stessi e che prima o poi la verità viene a galla.
Henry è forse il più adorabile tra gli eroi di Jane Austen! È adorabile per il suo carattere simpatico e spiritoso. È adorabile per il suo saper osservare con occhio ironico e divertito le teorie di Catherine. È adorabile perché prende in giro la sua amata: non per essere cattivo ma solo per mettere in evidenza gli aspetti ridicoli ed esagerati delle convinzioni di lei. È adorabile quando, lungo la strada per Northanger, illustra a Catherine per filo e per segno un dettagliato scenario da perfetto romanzo gotico... ben sapendo quanto tali avventure siano più che speranze per la ragazza. È adorabile quando con calma le spiega e smonta tutte le sue assurde congetture sui misteri di Northanger. E infine, è adorabile quando raggiunge Catherine a casa per chiederle scusa per la maleducazione del padre e dichiararle finalmente il suo amore!
Henry Tilney è tutto questo: simpatia, onestà e un cuore innamorato da donare senza secondi fini.
Con la sua personalità scanzonata e brillante, sincera e semplice, Henry Tilney fa parte di diritto della schiera dei grandi eroi austeniani e dimostra che L'abbazia di Northanger, oltre ad essere una divertente parodia del romanzo gotico, sa regalarci anche l'ennesimo protagonista maschile di cui innamorarsi!



venerdì 8 dicembre 2017

Ritratto di signora (special edition): Catherine Morland



Catherine Morland non è certo nata per essere un'eroina: né il suo carattere, né le sue attitudini, né la sua famiglia, né le circostanze rendono probabile che lo diventi; eppure, Catherine Morland viene scelta da Jane Austen per esserlo! Si tratta di una ragazza come tante, sicuramente di buon cuore, sincera e senza malizia... ma anche una ragazza un po' troppo impressionabile e che si lascia facilmente suggestionare dalle persone e dalle apparenze. Quando arriva a Bath è in cerca di evasione da una vita di campagna monotona, sempre uguale e senza scossoni e tra una lettura e l'altra è pronta a vivere la sua grande avventura. Il batticuore di aver conosciuto Henry Tilney non le impedisce di sperare di essere coinvolta in qualche incredibile avventura, così - non essendo una persona di grandi pretese - si accontenta di visitare un antico castello in rovina, certa com'è che luoghi del genere non possano che nascondere chissà quali spaventosi segreti! L'ingenuità e la buonafede la portano a prendere abbagli colossali sia sulle amicizie (credendo che Isabella Thorpe sia un'amica sincera e affezionata e la fedele innamorata del fratello James) sia su improbabili segreti nascosti nelle stanze di Northanger. Catherine è fatta così, ha un'immaginazione impossibile da arginare e sognando ardentemente di essere una vera eroina (in contrasto con la sua vita ordinaria) si caccia in situazioni assurde e si mette in ridicolo pur di provare verità che sono reali solo nella sua mente. Però agisce senza malizia o calcolo, ma solo spinta dall'amore per la trasparenza che muove ogni eroina che si rispetti! Catherine è più una pasticciona, è più un'eroina sgangherata che altro! Essendo un'avida lettrice di romanzi gotici... ne diventa talmente dipendente... al punto da confondere la finzione letteraria con la realtà e di convincersi di essere coinvolta davvero in una mirabolante impresa! Con Catherine Morland Jane Austen descrive un po' ogni lettore: perché chiunque si perda con passione in un libro sogna in fondo di essere il protagonista di situazioni al limite e magiche avventure! L'unico problema di Catherine è che a lei la situazione sfugge di mano! Però grazie all'aiuto disinteressato e sincero di Henry - il quale la rimette subito in riga dalle sue inquietanti teorie - la ragazza imparerà a tornare con i piedi per terra e a riconoscere le meschinità e le piccolezze del suo mondo (come il pessimo comportamento dei Thorpe e del Generale Tilney), invece di inseguire le atmosfere gotiche di antichi manieri.

Catherine Morland alla fine diventa davvero un'eroina, ma non il tipo di eroina che avrebbe voluto: piuttosto diventa l'eroina in grado di crescere e imparare dalle sue esperienze e dai suoi sbagli; riconoscendo la malizia e il calcolo per ciò che sono e l'onestà di cuore dove si trova realmente, saprà trarre grandi insegnamenti dalle circostanze e imparerà che la vita è ricca di sorprese e di valori più di quanti se ne possano trovare nei libri. Rimanendo estranea agli intrighi e ai calcoli della società e meritando l'amore di Henry, dimostrerà che nella vita l'autenticità e avere un animo puro sono le qualità che distinguono davvero gli eroi! Così Catherine Morland, con il suo entusiasmo e il suo buon cuore, diventa veramente un'eroina: la più sgangherata e pasticciona delle eroine austeniane. E questo non è da sottovalutare!



mercoledì 6 dicembre 2017

Northanger Abbey 2007



Film del 2007 targato ITV, questa trasposizione televisiva di Northanger Abbey si dimostra fedele al romanzo di Jane Austen sia nella vicenda che nella psicologia dei personaggi. Abbiamo allora una Catherine ingenua e bonacciona che legge i suoi amati romanzi gotici sognando di esserne la protagonista! Una Catherine che sogna di innamorarsi... ma anche di vivere qualche misteriosa avventura nei corridoi bui di vecchi castelli durante notti tempestose! E abbiamo un Henry Tilney sveglio e divertente che non manca l'occasione di prendere in giro la sua amata con supposizioni inquietanti sui misteri che aleggiano attorno a Northanger! Tra gli intrighi di quella gatta morta di Isabella e del fratello e le imprevedibili avventure che Catherine dovrà affrontare lungo il suo cammino, alla fine l'improbabile eroina compirà il suo destino e potrà sposare il suo caro Henry.
Tutto ciò in un buon film austeniano in cui spiccano le interpretazioni di Felicity Jones, JJ Feild e Carey Mulligan. Ottime le location (perfetta la Northanger Abbey scelta per l'occasione) e molto belli i costumi.

Voto: 7,5



lunedì 4 dicembre 2017

L'abbazia di Northanger



Catherine Morland è una ragazza come tante, senza particolari qualità, che però ha una grande passione per i romanzi gotici e questo la porta ad avere una fervida immaginazione. Durante un soggiorno a Bath insieme ad alcuni cari amici di famiglia, Catherine conosce il simpatico e affascinante Henry Tilney - di cui si innamora - e fa amicizia con Isabella Thorpe e il fratello John; quanto Henry e la sorella Eleanor si dimostrano sinceri e onesti, tanto i Thorpe si riveleranno calcolatori e falsi. Ma il destino di eroina di Catherine si compirà quando sarà invitata dal Generale Tilney a soggiornare all'abbazia di Northanger, la misteriosa tenuta che alla ragazza sembra la location ideale per vivere le avventure dei romanzi che ama leggere. Lì sarà coinvolta in alcuni misteri da svelare... o forse no! Però, dopo una serie di equivoci e peripezie, riuscirà infine a coronare il suo sogno d'amore con Henry!

L'abbazia di Northanger è il romanzo austeniano forse più insolito! Perché, sì, nel canovaccio e nello schema si rifà alle altre sue opere, con una storia d'amore che dopo diversi ostacoli e fraintendimenti ha il suo meritato lieto fine, però stavolta si tratta anche e soprattutto di un romanzo parodistico. Infatti, all'epoca di Jane Austen stavano via via riscuotendo sempre più successo i romanzi gotici: opere horror piene di fanciulle in pericolo, loschi figuri e inquietanti antichi manieri. Erano letture accattivanti e intriganti, letture che tenevano il lettore con il fiato sospeso senza essere particolarmente edificanti, letture popolari e poco impegnative ma di sicuro intrattenimento. La Zia Jane, da acuta osservatrice e indagatrice dei comportamenti della gente della sua epoca, non poteva non cogliere in questa moda una possibilità di creare un romanzo ad hoc che sapesse ironizzare sulla faccenda! Così raccontando la vicenda di una ragazza di campagna ingenua e di buon cuore appassionata di tali letture e particolarmente impressionabile al punto da credersi l'eroina di una avventura dai contorni mystery, Jane crea una perfetta parodia del genere gotico mettendo in risalto gli aspetti involontariamente ridicoli di un filone di successo e dei suoi adepti. Raccontando abilmente di Catherine che ad un certo punto crede quasi di trovarsi dinanzi a qualche terribile segreto quando arriva a Northanger, illudendosi di essere una delle eroine dei suoi amati libri, Jane vuole omaggiare con la sua consueta ironia corrosiva un genere narrativo di successo (che magari apprezzava lei stessa) ma riportandolo alla dimensione che gli spetta di genere di puro intrattenimento senza grandi pretese. Così L'abbazia di Northanger si trasforma nel romanzo più divertente e vivace di Jane, trasformando Catherine nella sua eroina più sgangherata e pasticciona e Henry Tilney nel suo eroe più simpatico e scanzonato... rendendoli i protagonisti perfetti della tipica storia d'amore austeniana - tutta amore sincero e contrastato da denaro, differenze sociali e intrighi di finti amici -, ma anche i protagonisti del perfetto, ironico omaggio al romanzo gotico!
L'abbazia di Northanger è dunque il romanzo austeniano più insolito e anche quello più ricco di sorprendenti avventure!



mercoledì 22 novembre 2017

Jackie



Novembre 1963. Il presidente Kennedy è stato assassinato a Dallas pochi giorni prima e l'ex First Lady Jackie accoglie nella sua casa un giornalista giunto fin lì per sentire il racconto di quei drammatici momenti dal suo punto di vista. L'approccio razionale e controllato della vedova alla lunga intervista finirà per essere intervallato a tratti da inevitabili momenti di emozione e commozione. Jackie e il giornalista cercheranno di ricostruire insieme, frammento dopo frammento, i drammatici eventi che hanno sconvolto gli Stati Uniti, facendo emergere un ritratto umanissimo, talvolta contraddittorio e quasi maestoso dell'ex First Lady...

Diretto da Pablo Larrain, Jackie rievoca l'America sconvolta dall'assassinio del presidente Kennedy raccontando la vicenda dal punto di vista della vedova. La First Lady elegante, sofisticata e ammirata da tutti che si ritrovò suo malgrado ad essere protagonista di uno degli eventi più drammatici della storia americana; dall'essere ammirata solo un attimo prima, Jackie si ritrovò a dover fronteggiare la ferocia di un'azione inspiegabile, l'improvvisa solitudine in cui era piombata dopo i colpi di fucile e la confusione di non saper dare un senso a quanto accaduto. Improvvisamente si ritrovò messa da parte dal nuovo presidente Johnson (preoccupato di superare la crisi del Paese il più velocemente possibile), ma con tutti gli occhi puntati su di lei quasi come la madre della Patria che ha il dovere di rimanere un punto fermo per la sua gente nonostante la sofferenza, lo sconcerto e lo smarrimento. In quei giorni all'insegna del caos e della confusione, in cui anche un'ombra era minacciosa, Jackie si ritrovò ad essere protagonista più che mai della sua tragedia e a dover combattere per mantenere la giusta dignità e non lasciarsi schiacciare dagli eventi. Nonostante i dubbi sulle ragioni del sanguinoso assassinio del presidente, nonostante un Paese diviso tra lo shock e il desiderio di rialzarsi subito, nonostante le crescenti perplessità sui progetti di Jackie per il grandioso funerale del marito, nonostante la stessa paura della donna che il marito finisse per essere dimenticato... l'ex First Lady riuscì a tenere le redini del suo mondo ormai in pezzi e con la sua dignità fu in grado di ridare maestà ad una nazione ferita.
Proprio nel momento più tragico della sua vita Jackie Kennedy riuscì a costruire il suo mito.
Il film ricostruisce in maniera razionale quei drammatici giorni: senza cedere a inutili sentimentalismi o alla tentazione di romanzare la vicenda. Troviamo allora una Jackie quasi scientifica nel ripercorrere man mano la sua vita di First Lady e di improvvisa vedova del presidente, cercando di restituire il più fedelmente possibile la verità. Con fredda precisione Jackie ricostruisce il suo racconto, senza fare sconti a nessuno... tantomeno a se stessa; nel rievocare il rumore del proiettile o il suo disperato tentativo di soccorrere il marito, Jackie rimane sempre fedele al suo personaggio. Tra lei e il giornalista si scatena quasi una battaglia dialettica perché la donna non è disposta a farsi manipolare, desiderosa che quella sia la sua versione... come lei vuole che sia raccontata. I rari momenti di sgomento ed emozione sanno ridarle quella dimensione umana che tutti continuano ad associare a Jackie anche dopo decenni.
È interessante che la storia venga raccontata in maniera frammentaria, come un puzzle da ricostruire. Infatti, la narrazione è continuamente spezzettata in flashback non in ordine cronologico e secondo le tematiche affrontate durante l'intervista vediamo mescolati i momenti dell'assassinio, i momenti del funerale, i momenti felici alla Casa Bianca e i momenti dello sgomento della vedova. A fare da fil rouge tra i vari flashback è il celebre documentario con protagonista Jackie girato all'interno della Casa Bianca in cui la First Lady aveva mostrato le migliorie apportate all'arredamento e in generale gli interni della residenza più famosa d'America. Il continuo rimando al documentario e ai momenti felici dei Kennedy è come il disperato tentativo di dare un senso a quel brevissimo, luminoso momento in cui una Camelot ci fu anche in America: un momento storico di innovazione e fiducia nel futuro che sembrava destinato a durare e a cambiare il Paese in maniera indelebile. La serenità di quel documentario in bianco e nero poco prima del baratro è il simbolo stesso di quello che sarebbe potuto essere e che non è stato (e la volontà di conservare un ricordo duraturo di Kennedy).

Jackie è un film bellissimo! Soprattutto perché è una ricostruzione sincera e onesta di quei fatti, ha il pregio di fare un ritratto tridimensionale e autentico, con i suoi pregi e i suoi difetti, di Jackie Kennedy. Razionale ed emozionante, il film sa restituire in tutta la sua aura affascinante non il personaggio Jackie, non l'elegante Jackie, ma semplicemente la donna Jackie.
Ho trovato la sceneggiatura molto efficace. Perfette le ambientazioni. I costumi hanno fatto rivivere tutto il glamour e l'eleganza di Jackie. Particolarissima la colonna sonora, difficile da definire... ma davvero molto originale! Azzeccata anche la canzone del musical.
Natalie Portman è assolutamente monumentale nel ruolo della protagonista! Ovviamente regge da sola tutto il film! La sua interpretazione è incredibile proprio per l'onestà con la quale fa rivivere Jackie: non cerca di imitarla... si sforza di comprenderla e di tratteggiarne con coerenza i bordi. Per l'attrice questa è una delle migliori interpretazioni in assoluto!

Jackie non è il film strappalacrime che ci si aspetta, ma un racconto sincero e onesto che cerca di comprendere uno degli eventi più scioccanti del secolo scorso. È un film che cerca di rendere giustizia a una figura femminile famosissima ma che forse è meno conosciuta di quanto si creda, provando a raccontare una Jackie più autentica e reale di quanto non facciano i suoi eleganti e iconici tailleur. Credo che questo film ci riesca alla perfezione perché sa trasformare l'icona in una donna reale.

Voto: 8,5

lunedì 20 novembre 2017

I settanta anni di matrimonio di Elisabetta e Filippo

Oggi cade il 70esimo anniversario di matrimonio della regina Elisabetta e del principe Filippo! I due si sono sposati il 20 novembre 1947 e da allora non si sono mai lasciati, attraversando insieme alcuni dei decenni più movimentati della storia della monarchia britannica. Come ogni coppia che si rispetti hanno avuto i loro alti e bassi, ma vederli novantenni ancora insieme è emozionante!
Per celebrare l'importante anniversario sono state diffuse nuove immagini ufficiali della regina e del duca di Edimburgo scattate al Castello di Windsor.

Ecco le foto...